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Dall'idea alla realtà

Antonella, tornata a volare

Ho 43 anni. Sono una persona sportiva, niente alcol, due o tre sigarette ogni tanto. Ero sana. Ora mi guardo allo specchio e al netto di tutto vedo una persona malata. Nuda: senza trucco, senza capelli, senza sopracciglia… non mi riconosco. I miei lineamenti sono cambiati.

Avevo fatto l’ultima ecografia di controllo due mesi prima di sentire qualcosa sotto il seno destro, come una cisti. Il dottore mi fece fare subito un’ecografia e a distanza di pochi giorni l’ago aspirato (…) Così è iniziato tutto il mio iter. Da allora ho fatto 21 biopsie. Ho scoperto con la genetista di avere la mutazione BRCA, quella di Angelina Jolie.

Mi si è catapultato il mondo addosso in pochissimo. Finché non ti senti dire ‘carcinoma duttale infiltrante bilaterale’ non capisci… quelle paroline ti fanno crollare il mondo addosso. Sapere che è un tumore trattabile però mi ha dato la forza di andare avanti, di combattere con le unghie e con i denti.

La prima cosa che cambia sei tu. È pesante. Il viso assume una forma particolare, diversa, sarà perché cadono ciglia e sopracciglia, oltre i capelli… assumi una fisicità e un colore da persona malata.

Un altro scoglio che ho dovuto affrontare è stato mia figlia. All’inizio non le ho detto che avevo un tumore. Ma a un certo punto ha dato lei il nome alla malattia e mi ha chiesto: mamma, ma tu hai un tumore? Mia figlia ha dieci anni e sa cosa significa mancare per un tumore… Non c’è niente e nessuno che può darti la forza che ti dà un figlio.

Ora ho consapevolezza, sto bene, non mi piango addosso, ho cercato di mantenere le mie sembianze il più normali possibile. Ancora prima di iniziare la chemio avevo già comprato ciglia finte, matita per sopracciglia, avevo fatto il ritocco di microblading. Se i cambiamenti fisici non sono così impattanti, ti vedi bene e affronti bene anche le terapie e il quotidiano. Devi farlo prima di tutto per te, perché l’umore migliora quando esci di casa che ti vedi bene, ed è importante anche quello che fai vedere agli altri, perché le loro reazioni sono il tuo specchio. E possono fare male.

L’Associazione Libellule Onlus promuove una cura oltre la cura, e con il progetto Tornare a volare - a cui ho avuto la possibilità di partecipare - vuole fare proprio questo: aiutare le donne a non abbandonare la loro femminilità e la loro identità. Perché fa la differenza.

 

Progetto Vincitore

Ricercatore principale: A. Martinoni

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